Il calendario dei dati macro risulta essere piuttosto denso per questa settimana finanziaria: nel vecchio Continente la stima finale dell’inflazione di settembre dovrebbe confermare l’accelerazione dell’indice da 0,2 per cento a 0,4 per cento anno su anno a fronte di un aumento stimato a +0,4 per cento per il dato su base mensile. Stabile dovrebbe rimanere la lettura del CPI core dal mese precedente, visto a +0,8 per cento anno su anno.
Ad ogni modo, in ambito europeo l’attenzione sarà interamente incentrata sulla riunione della Banca centrale europea prevista per giovedì 20 ottobre, e sulle successive decisioni e dichiarazioni di Mario Draghi. Non è escluso che l’istituto monetario già in questa occasione possa effettivamente deliberare un allungamento del quantitative easing in scadenza a marzo 2017 per almeno altri tre o sei mesi, mentre è più difficile che possano esservi delle variazioni qualitative degne di rilievo.
Notizie in arrivo anche negli Stati Uniti, dove il focus sarà sulle prime indagini di fiducia di ottobre con l’indice Empire della Fed di New York, che per il manifatturiero che dovrebbe mostrare un significativo recupero tornando in territorio positivo da -1,99 punti a 1,0 punti. Un rimbalzo con ritorno alla crescita è atteso anche per la produzione industriale di settembre che è proiettata a +0,2 per cento mese su mese dopo il -0,4 per cento mese su mese di agosto. Con riferimento specifico alla produzione manifatturiera l’aumento proiettato dal consenso è di +0,1 per cento dopo il -0,4 per cento mese su mese precedente.
Dati positivi potrebbero supportare la maturazione delle decisioni in seno alla Fed, per un (molto) probabile rialzo dei tassi di interesse di riferimento nella riunione di novembre o in quella di dicembre.
