La prima reazione dei mercati all’esito del referendum costituzionale italiano, che ha decretato – come da attese – la vittoria dei NO, è in linea con la volatilità pre-voto, confermando che l’esito era in larga misura già nei prezzi. Il rendimento del decennale è salito di 10 punti base, sostanzialmente riassorbendo il calo di venerdì, e il movimento è stato finora di poco più ampio rispetto a quello del corrispondente titolo spagnolo (+8 punti base).
Sul fronte dei cambi, l’euro è tornato repentinamente in area 1,05 dollari, ma poi è rimbalzato verso 1,06. Ora l’attenzione si sposta sulla gestione della crisi di governo (i mercati scontano che sia formato un governo di transizione) e della ricapitalizzazione di Monte dei paschi di Siena, considerando che una delle principali paure degli analisti è che la bocciatura della riforma costituzionale potesse andare a scalfire i processi di risanamento delle banche.
Per quanto concerne gli altri avvenimenti di oggi, in area euro si attende la pubblicazione della stima finale, che dovrebbe confermare a novembre il PMI composito in aumento a 54,1 punti da 53,3 punti. Anche l’indice per i servizi ci aspettiamo che sia confermato in avanzamento a 54,1 punti da 52,8 punti di ottobre. Il livello del composito è aumentato, nel trimestre in corso, a 53,6 punti da 52,1 punti ed è coerente con una crescita del PIL Eurozona attorno a 0,4 per cento trimestre su trimestre nella parte finale dell’anno.
Sempre in area euro, le vendite al dettaglio sono attese in crescita di almeno 0,9 per cento mese su mese a ottobre, trainate dalla Germania (2,4 per cento), mentre poco variato è risultato il dato in Francia (+0,1 per cento) e Spagna (-0,1 per cento). Il buon inizio di trimestre sarebbe coerente con una accelerazione dei consumi delle famiglie nei tre mesi finali dell’anno.