Se state pensando di accumulare un pò di bitcoin, probabilmente vi starete anche chiedendo dove tenerli una volta acquisiti. Il tema è reso ancora più complesso dall’evidenza che i bitcoin non vengono “memorizzati” da nessuna parte. Come entità puramente digitale, non è – in altri termini – come se fossero tenuti in caveau di una banca o… messi sotto il materasso. I Bitcoin sono infatti sempre accessibili tramite indirizzi digitali, che richiedono un set di chiavi per l’accesso. Quindi, la questione di come archiviare in modo sicuro i bitcoin dipende proprio dalla sicurezza di queste chiavi.
Ora, tenete conto che ogni indirizzo Bitcoin ha due chiavi: una “chiave pubblica” e una “chiave privata“. Gli indirizzi bitcoin sono derivati di chiavi pubbliche e sono condivisi. Pensate a questo come se doveste condividere il vostro indirizzo email con qualcuno: potrà inviarvi un’email ma non potrà entrare nella vostra casella di posta elettronica per leggerla. Allo stesso modo, nessuno può entrare in un portafoglio e prendere bitcoin da esso con una chiave pubblica, potendo usarla solo per inviare Bitcoin.
Una chiave privata è – di contro – ciò che consente agli utenti di prendere bitcoin da un portafoglio o di inviarli ad altri, ed è ciò che deve essere protetto per mantenere sicuri i vostri fondi. Chiunque detiene la chiave privata è considerato il “proprietario” dei bitcoin a quell’indirizzo, anche se tecnicamente è possibile possedere le chiavi di qualcun altro senza possedere i bitcoin che sono qui inclusi.
Numerosi sono i sistemi di protezione di una chiave privata. È ad esempio possibile crittografare i wallet bitcoin con una password privata, mentre altri scelgono di mantenere il loro accesso offline. Altri detengono le chiavi private in database scollegati in modo che rimangano al sicuro da minacce su Internet.
Insomma, tra la gamma di opzioni disponibili per la protezione delle chiavi private del portafoglio bitcoin, ciascuna presenta vantaggi e svantaggi specifici che… non potrete che valutare!