Vivendo nella piena era dell’informazione, della condivisione e della digitalizzazione, ciascuno di noi finisce col lasciare una traccia di sé alla completa mercé degli altri. Volente o nolente le nostre informazioni compaiono sui motori di ricerca e sui social network, cosicché le persone che ci stanno cercando possono in qualunque momento risalire alla nostra identità in men che non si dica: questa condizione fa sì che se da una parte le nostre informazioni possano essere utilizzate in maniera del tutto illecita (e perciò a noi del tutto estranea), dall’altra ci permette di essere contattati ogni qualvolta qualcuno dovesse avere bisogno di noi.
Un caso emblematico in tal proposito lo si ritrova in maniera molto elementare e rapida nel cosiddetto codice fiscale inverso. Tutti noi conosciamo il classico codice alfanumerico di 16 valori che contraddistingue l’identikit di ciascun individuo, ma pochi sono a conoscenza di cosa sia un codice fiscale inverso. Eppure il suo significato è racchiuso nel suo stesso nome: il codice fiscale inverso è un meccanismo che permette di risalire alle informazioni basilari di una data persona semplicemente inserendo la stringa del suo codice fiscale.
Il metodo del codice fiscale inverso è utilizzatissimo in tutti quei casi in cui ci sia bisogno di ricercare qualcuno online. A volte capita infatti di ritrovare per strada dei documenti che con ogni probabilità sono andati persi dal relativo proprietario, ed è così che sbirciando il codice fiscale ed inserendone i valori negli appositi tools online possiamo avere un quadro un po’ più completo in merito al nome e al cognome della persona che è stata oggetto dello smarrimento.
Se tuttavia ci dovessimo far trovare spiazzati dinanzi ad una eventualità di questo tipo, la soluzione migliore continuerebbe a rimaner quella di rivolgersi alle forze dell’ordine col fine ultimo di rintracciare il proprietario dei documenti andati persi.